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INCONTRA AZZURA BARRESI, LA FONDATRICE DEL NOSTRO TEAM

Azzurra Baresi è un famoso avvocato in Italia. Durante la sua vita ha superato diverse difficoltà e combattuto contro diverse decisioni giudiziarie ingiuste.

Nel 2011 ha iniziato a scoprire la legge elettorale italiana e vi ha trovato molti difetti. Per questo motivo le è venuta l’idea di creare un partito che combatterebbe contro queste leggi anormali e cercherà di apportare loro un cambiamento. Così nel 2012 Baresi si circonda di persone intelligenti che condividono la sua opinione e nasce il sito web.

Durante 10 anni di esistenza abbiamo registrato successi e perdite ma non siamo mai rimasti delusi.

Ciclo di lavoro

Ecco come lavoriamo

Studiare la legge

Stiamo studiando in dettaglio qualsiasi nuova regola per sapere se contiene difetti o meno. Nel caso non ci siano problemi con la legge non ci concentriamo su di essa.

La legge elettorale non e’ tutto. Bisognerebbe anche valutare altre leggi, come il Decreto Dignita’ che ha fortemente limitato il mercato del gioco online in Italia. Questo ha portato a un declino delle entrate nel settore e ha spinto un maggior numero di casino online a offrire dei bonus ai giocatori.

Trovare difetti

Studiamo ogni singola parte delle nuove leggi in modo molto dettagliato e pensiamo alle loro conseguenze. Il nostro grande team di esperti legali si è impegnato molto per scoprire a quali impatti negativi può portare la parte della legge.

Lavorando sui cambiamenti

Dopo aver studiato e trovato alcuni difetti nella legge, creiamo il nostro piano d’azione che indica come si prevede di attuare i cambiamenti.

Notizia

Mille Perché Il Blog!

cose il cnel del referendum

A questo punto il 4 dicembre ambisce a soppiantare il 25 aprile come giorno della Liberazione: ancora dieci giorni e cose il cnel del referendum non saremo più vittime consapevolissime di questa deprecabile (su ambo gli schieramenti) e avvilente campagna referendaria (ripensando alle amministrative di giugno, i dibatti di allora raffrontati a questi ci paiono chiacchierate tra filologi e glottologi d’età illuminista). La riforma sottoposta a referendum costituzionale il 4 dicembre – e bocciata – prevedeva tra le altre cose anche la soppressione del CNEL, forse l’unica cosa su cui erano sostanzialmente d’accordo anche i partiti e i movimenti che avevano fatto campagna elettorale per il No. Quanto alle Province, è vero che erano già state abolite, ma, proprio a seguito di ciò, era necessario un riordinamento costituzionale dell’articolazione amministrativa del territorio, non è un aspetto centrale della riforma.

Riforma costituzionale Renzi Boschi, ora cominciano a svelare l’altra faccia della medaglia. Una domanda un pochino più seria però sopraggiunge ora che il baratro politico e comunicativo è stato toccato: ma forse non era il caso di ritoccare in primis l’articolo 138, quello che tra le altre cose prevede il referendum consultivo sulle leggi di revisione costituzionale? La prospettiva geopolitica del referendum italiano esiste, non è un elemento estraneo, pochi la analizzano perché è più redditizio concentrarsi sulle zuffe da pollaio tra fautori del sì o del no. Quanto agli aspetti economici, ai problemi legati alla fase introduttiva dell’euro e dei parametri europei, sono materie sulle quali o non si può più fare nulla, o si deve intervenire nel merito specificamente. Su questo punto, almeno, in materia di trasparenza forse anche i Suoi amici hanno progressi da fare. Lei loda la maggiore trasparenza del movimento al quale è iscritto: nel merito devo osservare che vengo a sapere delle attività in Russia di questo movimento solo grazie a contatti sul posto e alla mia regolare frequentazione dei media di Mosca.

Aggiungo che se gli italiani sapessero cosa sta veramente succedendo in Russia e capissero ciò che si dice nei media di Mosca (quelli veri, non quelli in inglese, controllati dal Governo anche quelli, ma addolciti per non inquietarci troppo), non avrebbero dubbi sul contesto internazionale in cui si inserisce il loro referendum. Un referendum costituzionale per l’abolizione del CNEL, tra altre cose. Infatti il terzo referendum costituzionale italiano, quello del 4 dicembre 2016, poneva anche – come quesito – l’abolizione del CNEL. Questo ci dice già, molto velocemente, che il CNEL è qualcosa sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana… Da citare, oltre alla Costituzione che lo prevede, va detto che è importante la legge n° 33 del 5 gennaio 1957 che ne sancisce la costituzione. La modifica della legge sul lavoro non ha rilievo costituzionale, è frutto del normale iter legislativo, è stata approvata a maggioranza e se non piace chiunque può cambiarla, a patto di conseguire nuovamente la necessaria maggioranza.

È organo di consulenza delle Camere e del Governo per le materie e secondo le funzioni che gli sono attribuite dalla legge. Questo organo di consulenza del Parlamento italiano e del Governo italiano ha la funzione di, come recita l’articolo 99 della Costituzione: “consulenza delle Camere e del Governo per le materie e secondo le funzioni che gli sono attribuite dalla legge“. E’ la ragione per la quale su certe materie non si dovrebbero indire referendum. Non vedo ragione per la quale non dovrei pubblicare il Suo commento e nemmeno perché le differenze di punti di vista debbano essere introdotte da un «purtroppo.» L’unico problema, nel Suo commento, se vogliamo trovarne uno, è il mischiarvi cose diverse.

Forse eviterebbero di scannarsi sul numero di parlamentari o sul CNEL e prenderebbero le cose più sul serio. E quando gli si chiede “È convinto che il Cnel serva? Gli italiani si sono espressi, in maniera abbastanza netta, dichiarando di non voler accogliere il quesito referendario che modificava la Costituzione. Se anche esistesse, nei Paesi europei, una propaganda pro-Europa, come la chiama Lei, questa si eserciterebbe verso un’Unione di cui gli Stati membri fanno parte per libera scelta, ne condividono gli indirizzi in un Parlamento e in istituzioni comuni e, per giunta, come si è visto, possono anche uscirne, se vogliono. Purtroppo, la maggior parte delle persone ne è ignara, nella vita si occupa, comprensibilmente, di tutt’altro e se glielo si dice fa spallucce. Mi ha colpito, certo, la facilità con cui una parte della politica e dell’informazione ha sottovalutato il ruolo del CNEL, organo di rilevanza costituzionale, ma le cui origini risalgono agli inizi del ‘900.



Il Referendum Di Cui Non Importa Niente A Nessuno – Tiscali Notizie

serve al referendum per essere valido

Nel caso in cui hai bisogno di aiuto per questa domanda, troverai quello che stai cercando un po ‘più in basso in questa pagina. Se stai cercando la Soluzione di gioco CodyCross per l’indovinello Serve al referendum per essere valido, allora sei sull’argomento giusto. Ma se la finestra che apre l’indizione del referendum confermativo serve a Salvini come ‘tentazione’ per gli attuali onorevoli ad accettare lo scioglimento anticipato della legislatura in cambio di un maggior numero di scranni (945 e non 600) su cui poter correre e avere chanches di essere rieletti, così il referendum abrogativo Calderoli, se ammissibile, serve come spada di Damocle su un Parlamento che, a colpi di maggioranza, sta per varare un sistema proporzionale. Solo che, come si sa, la manovra di Salvini è stata sventata, è nato il governo Conte II sulla base di una nuova maggioranza, quella giallorossa (Pd-M5S-LeU, poi ampliata a Italia Viva) e la data del voto si è allontanata.

Solo che, quando si scrive una legge elettorale e viene varata, viene contestualmente sempre concessa al governo una ‘delega’ (di due mesi e non oltre) per adattare i collegi (proporzionali o maggioritari o misti che siano) alla nuova normativa. Ma, ove si tenessero elezioni anticipate, si voterebbe con l’attuale legge elettorale (il Rosatellum) o, se le Camere facessero in tempo ad approvarla a spron battuto, con la nuova legge elettorale che ha approntato la maggioranza di governo (il Germanicum, un sistema iper-proporzionale). Rosatellum, un sistema per il 63% di impianto proporzionale (circoscrizioni plurinominali basati su listini corti bloccati) e per il 37% di impianto maggioritario (collegi uninominali maggioritari). E anche presupponendo che la metà dei voti (3,5 milioni) dell’attuale Forza Italia e dell’allora Pdl (7.332.134) ribalti le sue preferenze e voti per il Sì e non per il No, il Fronte del No manterrebbe, con 15.889.655 milioni netti di voti, una distanza larga e salda dai 14.500.000 voti del Fronte del Sì.

Il discrimine è tra chi vuole andare a votare al più presto (la Lega e Fratelli d’Italia) e chi vuole procrastinare il più possibile la data del voto (Pd, M5S, LeU, Italia viva e buona parte di Forza Italia). La maggioranza di governo (Di Maio, Zingaretti, Speranza, Renzi), invece, e anche un bel pezzo di Forza Italia, quella che fa capo a Carfagna, vuole andare a votare il più tardi possibile e con il sistema il più proporzionale possibile. Prima di poter votare con il sistema ideato dalla Lega (un maggioritario puro all’inglese) servono, dunque, tre requisiti: 1) non vi devono essere elezioni anticipate; 2) il referendum deve ottenere il quorum dei votanti; 3) i sì al quesito devono vincere. Un paradosso, dunque: la Lega da un lato punta a votare il prima possibile, dall’altro propone un referendum che, se si votasse il prima possibile, verrebbe rinviato.

Se sarà dichiarato ammissibile, anche questo referendum si terrà, ma, se venissero sciolte le Camere, la sua celebrazione verrebbe posposta di un anno rispetto ad eventuali elezioni anticipate; inoltre, per essere valido, questo referendum deve vedere votare più del 50,1% del corpo elettorale. Qui ci sono le soluzioni possibili per la definizione “Serve Al Referendum Per Essere Valido”. Questa pagina ti aiuterà con CodyCross Serve al referendum per essere valido soluzioni, cheat, risposte o procedure dettagliate. La notizia ha messo di malumore, come vedremo, molti dei proponenti, cioè il ‘Comitato del No’ (i senatori di un fronte largo e trasversale che hanno raccolto le firme necessarie per andare a referendum, ben 76 erano, sulle 64 necessarie; il partito dei Radicali Italiani; la Fondazione Einaudi), che chiedono di ‘non’ abbinare il referendum alle Regionali per motivi che vedremo meglio più avanti, ma tant’è.

Se si fosse andati a votare prima dell’8 ottobre 2019, quando in Parlamento, con la IV lettura, è entrata in vigore la riforma costituzionale che taglia il numero dei parlamentari, riducendoli da 945 a 600 (-345 il taglio complessivo: i deputati scendono da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200) si sarebbe votato con il numero ‘vecchio’ o ‘pieno’ dei parlamentari perché la riforma, non avendo finito il suo iter parlamentare (quattro letture sempre a maggioranza assoluta) non sarebbe mai entrata in vigore. I senatori – fino all’altro ieri erano 65, poi improvvisamente sono crollati a 57, infine sono risaliti a 71 grazie all’apporto di senatori leghisti e di senatori azzurri vicini alla Lega mentre si sono sfilati azzurri vicini alla Carfagna e tre dem – sono riusciti, oggi, prima che scattasse il termine ultimo per la richiesta (il 12 gennaio), a ottenere che si svolga il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari.




testimonials

Opinioni famose

Sono sbalordito dal concetto di questo progetto. Sono orgoglioso di voi, ragazzi. Fai un ottimo lavoro per tutti noi. Andare avanti.
Rachel Coffman
Esperto legale
Ad essere sincero, ricordo che quando il progetto è stato appena fondato ero sicuro che presto sarebbe stato chiuso. Ma mi hai dimostrato che è possibile trovare contro l'ingiustizia.
Robert Welch
Analista aziendale

Dovremmo è un’organizzazione che lotta contro gli errori della grande politica e si sforza di apportare modifiche a leggi sbagliate.

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Esame di legge

Esaminiamo ogni nuova legge per capire le conseguenze che può avere.

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In caso di errori nella legge li troviamo e pensiamo alle possibili modifiche.

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Dopo aver studiato e trovato errori in una certa legge, creiamo un piano d'azione nel cui risultato devono essere implementate le modifiche.

In Dovremmo crediamo nei nostri poteri e siamo sicuri che nel nostro Paese non debba esistere l’ingiustizia.

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