Il Referendum Di Cui Non Importa Niente A Nessuno – Tiscali Notizie

Il Referendum Di Cui Non Importa Niente A Nessuno – Tiscali Notizie

Nel caso in cui hai bisogno di aiuto per questa domanda, troverai quello che stai cercando un po ‘più in basso in questa pagina. Se stai cercando la Soluzione di gioco CodyCross per l’indovinello Serve al referendum per essere valido, allora sei sull’argomento giusto. Ma se la finestra che apre l’indizione del referendum confermativo serve a Salvini come ‘tentazione’ per gli attuali onorevoli ad accettare lo scioglimento anticipato della legislatura in cambio di un maggior numero di scranni (945 e non 600) su cui poter correre e avere chanches di essere rieletti, così il referendum abrogativo Calderoli, se ammissibile, serve come spada di Damocle su un Parlamento che, a colpi di maggioranza, sta per varare un sistema proporzionale. Solo che, come si sa, la manovra di Salvini è stata sventata, è nato il governo Conte II sulla base di una nuova maggioranza, quella giallorossa (Pd-M5S-LeU, poi ampliata a Italia Viva) e la data del voto si è allontanata.

Solo che, quando si scrive una legge elettorale e viene varata, viene contestualmente sempre concessa al governo una ‘delega’ (di due mesi e non oltre) per adattare i collegi (proporzionali o maggioritari o misti che siano) alla nuova normativa. Ma, ove si tenessero elezioni anticipate, si voterebbe con l’attuale legge elettorale (il Rosatellum) o, se le Camere facessero in tempo ad approvarla a spron battuto, con la nuova legge elettorale che ha approntato la maggioranza di governo (il Germanicum, un sistema iper-proporzionale). Rosatellum, un sistema per il 63% di impianto proporzionale (circoscrizioni plurinominali basati su listini corti bloccati) e per il 37% di impianto maggioritario (collegi uninominali maggioritari). E anche presupponendo che la metà dei voti (3,5 milioni) dell’attuale Forza Italia e dell’allora Pdl (7.332.134) ribalti le sue preferenze e voti per il Sì e non per il No, il Fronte del No manterrebbe, con 15.889.655 milioni netti di voti, una distanza larga e salda dai 14.500.000 voti del Fronte del Sì.

Il discrimine è tra chi vuole andare a votare al più presto (la Lega e Fratelli d’Italia) e chi vuole procrastinare il più possibile la data del voto (Pd, M5S, LeU, Italia viva e buona parte di Forza Italia). La maggioranza di governo (Di Maio, Zingaretti, Speranza, Renzi), invece, e anche un bel pezzo di Forza Italia, quella che fa capo a Carfagna, vuole andare a votare il più tardi possibile e con il sistema il più proporzionale possibile. Prima di poter votare con il sistema ideato dalla Lega (un maggioritario puro all’inglese) servono, dunque, tre requisiti: 1) non vi devono essere elezioni anticipate; 2) il referendum deve ottenere il quorum dei votanti; 3) i sì al quesito devono vincere. Un paradosso, dunque: la Lega da un lato punta a votare il prima possibile, dall’altro propone un referendum che, se si votasse il prima possibile, verrebbe rinviato.

Se sarà dichiarato ammissibile, anche questo referendum si terrà, ma, se venissero sciolte le Camere, la sua celebrazione verrebbe posposta di un anno rispetto ad eventuali elezioni anticipate; inoltre, per essere valido, questo referendum deve vedere votare più del 50,1% del corpo elettorale. Qui ci sono le soluzioni possibili per la definizione “Serve Al Referendum Per Essere Valido”. Questa pagina ti aiuterà con CodyCross Serve al referendum per essere valido soluzioni, cheat, risposte o procedure dettagliate. La notizia ha messo di malumore, come vedremo, molti dei proponenti, cioè il ‘Comitato del No’ (i senatori di un fronte largo e trasversale che hanno raccolto le firme necessarie per andare a referendum, ben 76 erano, sulle 64 necessarie; il partito dei Radicali Italiani; la Fondazione Einaudi), che chiedono di ‘non’ abbinare il referendum alle Regionali per motivi che vedremo meglio più avanti, ma tant’è.

Se si fosse andati a votare prima dell’8 ottobre 2019, quando in Parlamento, con la IV lettura, è entrata in vigore la riforma costituzionale che taglia il numero dei parlamentari, riducendoli da 945 a 600 (-345 il taglio complessivo: i deputati scendono da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200) si sarebbe votato con il numero ‘vecchio’ o ‘pieno’ dei parlamentari perché la riforma, non avendo finito il suo iter parlamentare (quattro letture sempre a maggioranza assoluta) non sarebbe mai entrata in vigore. I senatori – fino all’altro ieri erano 65, poi improvvisamente sono crollati a 57, infine sono risaliti a 71 grazie all’apporto di senatori leghisti e di senatori azzurri vicini alla Lega mentre si sono sfilati azzurri vicini alla Carfagna e tre dem – sono riusciti, oggi, prima che scattasse il termine ultimo per la richiesta (il 12 gennaio), a ottenere che si svolga il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari.




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